L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Apple Inc., Apple Distribution International Ltd, e Apple Italia per accertare l’esistenza di un presunto abuso di posizione dominante nel mercato delle piattaforme per la distribuzione online di app per utenti del sistema operativo iOS.

Secondo l’Autorità, Apple ha adottato una politica sulla privacy più restrittiva per i soli sviluppatori terzi di app rispetto a quella che la società applica a se stessa. Tale diverso trattamento si basa principalmente sulle caratteristiche del prompt che appare agli utenti per acquisire il consenso al tracciamento dei propri dati di navigazione sul web e sugli strumenti adottati per misurare l’efficacia delle campagne pubblicitarie.

L’Antitrust ritiene che la presunta riduzione di concorrenza nei mercati rilevanti e il conseguente rafforzamento dell’ecosistema digitale di Apple potrebbero ridurre gli incentivi a sviluppare app innovative e ostacolare il passaggio degli utenti verso ecosistemi digitali concorrenti.

Apple impone soltanto ai concorrenti l’utilizzo di un prompt di richiesta del consenso in posizione di maggior risalto rispetto a quello dell’opzione per negare il consenso e utilizza una formulazione linguistica dissuasiva del tracciamento. Gli sviluppatori e gli inserzionisti terzi risultano svantaggiati in termini di qualità e di dettaglio dei dati messi a disposizione da Apple e relativi all’efficacia delle campagne pubblicitarie sulle loro applicazioni.

La disponibilità dei dati relativi sia alla profilazione degli utenti sia alla misurazione dell’efficacia delle campagne pubblicitarie sono elementi essenziali per l’appetibilità degli spazi pubblicitari venduti dagli sviluppatori di app e acquistati dagli inserzionisti. L’Autorità ritiene che la presunta condotta discriminatoria di Apple possa causare un calo dei proventi della pubblicità degli inserzionisti terzi, a vantaggio della propria divisione commerciale, e ridurre l’ingresso e/o impedire la permanenza dei concorrenti nel mercato dello sviluppo e della distribuzione di app.

Parallelamente, la Commissione europea ha chiesto maggiori informazioni sul sistema di pagamento mobile di Apple. La richiesta di Bruxelles arriva tre mesi dopo l’udienza del 14 febbraio, in cui Apple ha difeso la propria posizione. La tempistica insolita suggerisce che il regulator sta cercando di rafforzare la sua causa contro il colosso tecnologico. Lo scorso anno, l’Antitrust dell’UE aveva accusato Apple di limitare l’accesso dei rivali alla sua tecnologia Near-Field Communication (NFC), rendendo difficile lo sviluppo di servizi rivali sui dispositivi Apple. Apple si è difesa citando servizi di pagamento come PayPal, MobilePay, Swish e Payconiq che utilizzano con successo il suo sistema operativo.


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